Autori: A. Rossi, P.L. Di Napoli, A. Satta
Rif. biblio.: Anno 1998
I programmi terapeutici non sono diversi da quelli dell'atleta malato e quelli del comune malato. Tuttavia la gestione terapeutica dell'atleta richiede particolari attenzioni per le possibili controindicazioni e i possibili effetti collaterali, che nell'atleta possono comportare non solo danni alla salute, ma anche al rendimento fino a precludere il proseguimento della carriera sportiva. Il danno può derivare da una non perfetta guarigione, ma anche dal tempo di guarigione e dal prolungamento della convalescenza. Quindi l'atleta deve guarire bene, nel modo più completo, ma anche nel minor tempo possibile. Di qui la necessità di una diagnosi precoce, di un trattamento altrettanto precoce e intenso, e ben condotto. Peraltro i problemi non sono ancora finiti in quanto al medico sportivo spetta un altro compito: quello della scelta dei farmaci, che non devono essere inseriti nella lista delle sostanze proibite, in quanto potrebbero costare all'atleta, e anche al medico, sanzioni molto severe.
L'intervento terapeutico del Pneumologo si imbatte sempre più spesso nella necessità di prescrivere e somministrare farmaci che risultano compatibili con le norme antidoping dettate dal Comitato Internazionale Olimpico (CIO) ed accettate unanimemente dalle Federazioni a cui afferiscono le varie discipline sportive. Le possibilità in tal senso sono numerose e coprono sia situazioni molto semplici, come riniti o faringiti, che situazioni sicuramente molto più serie e complesse quali quelle collegate all'asma bronchiale di varia origine. In tutte queste circostanze il medico, prima ancora che lo specialista, trova serie limitazioni alla propria autonomia decisionale che possono contrastare con precisi compiti deontologici. Anche l'atleta infatti deve veder tutelato il proprio diritto alla salute, sancito a chiare lettere dall'art. 32 della Costituzione prima ancora che dalle varie leggi di riforma sanitaria. Nè si può dimenticare il rapporto fiduciario medico-paziente con il quale quest'ultimo delega al primo tutti i compiti che salvaguardano la propria salute fino al recupero di condizioni psico-fisiche che gli consentano un reinserimento il più completo e il più rapido possibile nella propria attività. Sarebbe quindi quanto mai opportuna una ridefinizione del concetto di Doping articolato su almeno due punti che comprendano sia la chiara evidenziazione del dolo da parte dell'atleta, che l'utilizzo di sostanze o tecniche farmacologiche non suffragate da documentate situazioni cliniche. Tutto questo impone di uscire decisamente dalla logica restrittiva della categorizzazione delle sostanze entro liste determinate e, poichè l'effetto illecito si raggiunge di solito non tanto con la semplice somministrazione a dosi terapeutiche di un solo farmaco, ma attingendo a quantità che vanno ben oltre queste ultime, sarebbe quanto mai opportuno che i laboratori accreditati in tal senso siano in grado di produrre analisi quali-quantitative in base alle quali poter accertare anche la veridicità di quanto sia stato affermato dall'atleta prima della gara. Ci si potrebbe così svincolare da un concetto unicamente punitivo, contribuendo a recuperare un rapporto più equilibrato tra l'atleta e la propria salute. Naturalmente è altrettanto necessario che il Pneumologo prosegua la sua opera di approfondimento culturale nei confronti della medicina sportiva, affinchè siano chiari i più moderni concetti eziopatogenetici e le conseguenti ricadute terapeutiche circa le varie affezioni. Non è infatti accettabile che si possano negare presidi farmacologici più opportuni a chi ne abbia una reale necessità.
La realtà attuale è la gestione di una lista restrittiva di sostanze proibite per la tutela della salute dell'atleta e a questa dobbiamo attenerci. Quindi risulta importante la conoscenza di queste sostanze che fanno parte del bagaglio terapeutico del medico sportivo. Questa monografia vuole portare un aiuto in ambito pneumologico per una condotta terapeutica appropriata e senza incorrere nell'illegalità. Al medico sportivo un monito: quello di tutelare prioritariamente la salute dell'atleta uomo, utilizzando i farmaci necessari nel momento della malattia e non limitando farmaci per il pericolo del dolo sportivo. Importante è il recupero dell'uomo nel modo più completo. Il momento sportivo sarà programmato in un secondo tempo, ma con a disposizione un atleta nella sua integrità fisica, psichica e umana. Un altro monito al medico sportivo, e anche agli allenatori e ai fisioterapisti dello sport, di osservare sempre i farmaci che devono essere somministrati, soprattutto i composti, al fine di evitare di incorrere in errori che potrebbero essere punibili, anche senza volontarietà del dolo. Naturalmente si pensa non necessaria la raccomandazione di evitare ogni sostanza che possa alterare la prestazione sportiva, non solo in quanto punibile dalla legge, ma al fine di mantenere la prestazione sportiva come un momento di confronto, ad armi pari, fra uomini e non fra un momento di tenzone fra ignobili "commercianti sportivi" e irresponsabili attentatori della salute degli atleti. Considerando quanto detto in questa introduzione, il Gruppo di Studio "Pneumologia e Medicina dello Sport" dell'Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (A.I.P.O.) ha ritenuto opportuno la stesura di una monografia che mettesse a fuoco un argomento di sempre maggiore attualità, e nello stesso tempo affrontato con timore, al fine di fornire un supporto informativo da utilizzare nella quotidiana battaglia al doping. Il lavoro è scaturito dall'iterazione di un gruppo di esperti in ambito pneumologico e medico sportivo, la cui esperirenza è maturata al fianco degli atleti, dalla valutazione idoneativa, alla assistenza sanitaria preventiva e curativa. A tutti un vivo ringraziamento per il loro qualificato lavoro.
Un sentito ringraziamento alla Edi-AIPO Scientifica per la professionalità con cui ha curato l'aspetto editoriale, alla Novartis Farma S.p.A. per l'incoraggiamento e il supporto economico con il solo scopo di fornire e al Pneumologo e al Medico dello Sport un aggiornamento e uno strumento di lavoro.
Un grazie al Prof. L. Casali per l'aiuto nella revisione di tutto il materiale in fase iniziale e al Prof. M. De Palma per la revisione finale.
Infine un ringraziamento a tutti i membri del Gruppo di Studio per l'encomiabile dedizione al programma di lavoro.