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Asma grave, pubblicato lo studio che mostra i primi dati del Registro Nazionale

Pubblicato sulla rivista European Annals of Allergy and Clinical Immunology l’articolo dal titolo “Severe asthma management in the era of biologics: insights of the Italian Registry on Severe Asthma (IRSA)” che offre un’istantanea del livello di controllo e gestione dell’asma grave in Italia.

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Lo studio prende le mosse dai dati forniti dal Registro Nazionale Asma Grave/Italian Registry of Severe Asthma RAG/IRSA frutto della collaborazione fra AAIITO e AIPO-ITS e dimostra come l’adesione ai registri di patologia si traduca in una regolarità dei controlli, un miglior monitoraggio dei trattamenti così come in una migliore aderenza alla terapia. Uno strumento come registro induce infatti i centri a lavorare in maniera più programmata con un netto miglioramento degli outcome clinici, minori accessi al pronto soccorso e più precisa fenotipizzazione di ogni singolo paziente.

Obiettivo dello studio è stato quello di acquisire maggiori informazioni circa gli aspetti clinici e biologici di questa patologia al fine di migliorarne la gestione. Partendo dai dati del Registro, raccolti a 16 mesi dal suo avvio, è stato possibile analizzare le caratteristiche cliniche, funzionali, infiammatorie e di aderenza al trattamento relative a 851 individui affetti da asma grave. Vediamo qualche dato: il 31,8% dei soggetti coinvolti nello studio è stato trattato con corticosteroidi orali, il 64,5% ha seguito una terapia con anticorpi monoclonali. Il 77,4% dei pazienti era affetto da comorbidità. Il 62,2% presentava asma non controllata.

I dati forniti dal Registro indicano come, nei pazienti che presentavano asma non controllata, trattati con anticorpi monoclonali, vi fosse un ridotto impiego dei corticosteroidi orali e una minore ospedalizzazione.

Per quanto riguarda l’atopia, nei pazienti che ne erano privi vi era un maggior ricorso ai corticosteroidi orali e maggior frequenza di poliposi nasale e osteoporosi.

Il 36% dei pazienti affetti da asma grave con atopia seguivano un trattamento con anticorpi monoclonali anti-interleuchina (IL) 5.

In sintesi i risultati presentati nello studio dimostrano come vi sia uno scarso controllo della malattia al momento dell’arruolamento al registro. Inoltre, un terzo dei pazienti impieghi corticosteroidi per via orale e due terzi dello stesso campione siano trattati con anticorpi monoclonali. Una migliore fenotipizzazione del paziente potrebbe portare a un miglior controllo della malattia. 

Ufficio Stampa AIPO-ITS