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Registro Asma Grave, nei pazienti arruolati migliora il controllo della patologia. Presentati i dati a Milano

Si è tenuta a Milano il 29 e 30 Novembre scorsi la terza edizione del Workshop Nazionale Asma Grave durante la quale sono stati presentati i dati a 16 mesi dall’avvio del Registro Nazionale Asma Grave/Italian Registry of Severe Asthma RAG/IRSA, frutto del lavoro congiunto dell’Associazione Allergologi e Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri (AAIITO) e dell’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO).

Nella sessione dedicata al Registro ad aprire i lavori è stato Fausto De Michele, Direttore UOC Pneumologia e Fisiopatologia Respiratoria A.O.R.N.A. Cardarelli di Napoli, che ha sottolineato il valore di uno strumento come quello elaborato dalle due società scientifiche che consente un’attività di raccolta e monitoraggio continua e sistematica grazie all’attività di 83 centri stabilizzati, operativi e ben distribuiti sul territorio italiano. De Michele ha sottolineato come il Registro rappresenti, tra le altre cose, anche uno strumento di supporto per la stesura dei PDTA aziendali sull’asma grave.

I pazienti affetti da asma grave rappresentano solo il 5-10% della popolazione asmatica totale ma generano il 60% dei costi. Controllare l’asma grave, anche grazie alle informazioni del Registro, significa ridurre i costi di gestione della malattia.

“I registri di patologia sono degli strumenti che consentono di valutare e approfondire dati di natura clinica e non clinica attraverso la raccolta di dati real life su pazienti affetti da una determinata patologia, in questo caso l’asma grave. Nel nostro caso possiamo affermare che con il procedere della raccolta dati sono emersi aspetti e opportunità interessanti che non avevamo considerato in fase di programmazione” spiega De Michele.

“Abbiamo realizzato una prima analisi dei dati a luglio 2019 su 851 pazienti e ora siamo in grado di valutare i primi dati di follow-up a 12 mesi. A marzo 2018 è partito il primo arruolamento. Un processo che presenta un trend lineare in continua crescita. Vengono inseriti in media circa 200 pazienti ogni trimestre” continua De Michele. “Nel registro sono stati inseriti 1255 pazienti. I centri aderenti sono ben distribuiti sul territorio italiano con una numerosità importante in Lombardia e Campania.”

La parola è stata poi data a Maria Beatrice Bilò, dell’Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri (AAIITO) che ha presentato le caratteristiche degli 851 pazienti arruolati da 71 centri da marzo 2018 a luglio 2019. “Si tratta di pazienti prevalentemente di sesso femminile (61%) con un’età media di 55 anni. Di questi il 40% è sovrappeso, il 20% obeso e il 6,3% è fumatore. Il 22% di questi individui è soggetto al fumo passivo e presenta un rischio occupazionale pari al 22%. L’età media di insorgenza dei sintomi in questi pazienti è pari ai 29 anni con un’età media alla diagnosi di 34-35 anni ciò si traduce in un gap diagnostico di 5-6 anni, dato conforme a quanto evidenziato dalla letteratura scientifica. Per quanto riguarda la funzione polmonare, nel 53% dei pazienti il FEV1 predetto è inferiore al 70%” ha spiegato Bilò.

L’87,5% dei pazienti presenta inoltre almeno una comorbidità. Le più frequenti sono rinosinusite, reflusso gastroesofageo e poliposi nasale. Per quanto riguarda il trattamento farmacologico su 851 pazienti il 94,2% utilizza una combinazione di ICS-LABA, il 31,8% steroidi e il 64,5% anticorpi monoclonali.

“Dati molto positivi emergono dall’analisi delle informazioni di follow-up a 12 mesi” esordisce così Claudio Micheletto, Direttore della Pneumologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona “Se si considera il controllo della patologia si è passati da un 40% a un 77% dalla prima visita alla visita di follow-up. Nel 38% dei casi questo ha consentito una revisione della terapia confermando il valore dell’attività di raccolta dati dei centri e del registro stesso. Anche le riacutizzazioni segnano una riduzione. Se alla prima visita interessavano l’89% dei pazienti dopo 12 mesi riguardano il 39% dei soggetti. E’ diminuita anche la frequenza delle riacutizzazioni. Per quanto riguarda il trattamento farmacologico, a un miglior controllo della malattia corrisponde una riduzione dell’uso degli steroidi sistemici che è passato da un 39% alla prima visita a un 27% al follow-up. E’ aumentato poi il ricorso agli anticorpi monoclonali che è passato da un 69% a un 80% al follow-up” ha concluso Micheletto.

Il Registro ha dato vita a una rete di centri caratterizzati da un alto livello di operatività e di organizzazione volti a garantire un’adeguata risposta ai bisogni di salute dei cittadini. Questo è l’obiettivo delle attività di raccolta e monitoraggio dei dati relativi alla stato di salute della popolazione.

I benefici di avere una rete costruita sulla base della collaborazione di professionisti diversi possono essere molteplici e diversificati: un approccio condiviso al processo decisionale, diagnosi e trattamento, gli invii più appropriati allo specialista, un migliore accesso generale ai servizi specialistici dedicati ai pazienti interessati, outcome clinici migliorati, con un minor numero di recidive e un minor numero di accessi in pronto soccorso.

L’analisi dei dati forniti da un registro di patologia può avere un impatto di tipo assistenziale e clinico in quanto consente di fare delle valutazioni sui livelli di appropriatezza clinica e organizzativa volti a un miglioramento delle condizioni operative.

Ufficio Stampa AIPO