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Resistenza agli antibiotici. Tracce di superbatteri ritrovate al circolo polare artico

Batteri resistenti agli antibiotici sono stati trovati in uno degli ambienti più incontaminati al mondo: il circolo polare artico. A darne notizia è stato uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Newcastle pubblicato sulla rivista Enviroment International.

In quaranta campioni di terreno prelevati a Kongsfjorden, nelle isole Svalbard (Norvegia) sarebbero stati ritrovati i geni di questi super batteri resistenti ai più efficaci antibiotici. I geni in questione, chiamati blaNDM-1, sarebbero arrivati in queste zone trasportati da uccelli migratori o da esploratori. Nel 2010 gli stessi geni furono isolati nell’acqua inquinata dai liquami di Delhi.

Secondo i dati riportati su The Lancet Infectious Diseases dell’ECDC, il Centro Europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie, l’Italia è il primo paese in Europa per numero medio di infezioni e di morti attribuibili ad antibiotico resistenza.

Secondo gli esperti, se non verranno attuati interventi mirati ed efficaci, nel 2050 l’antibiotico resistenza ucciderà 10 milioni di persone l’anno.

“L’antibiotico resistenza è una vera e propria emergenza sanitaria” commenta Biagio Carlucci, Responsabile del Gruppo di studio Patologie infettive respiratorie e tubercolosi dell’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO) “Gli antibiotici andrebbero utilizzati con cautela e solo quando realmente necessari. Li utilizziamo invece spesso e anche male. Dobbiamo infatti considerare che quando utilizziamo gli antibiotici agiamo su tutti i batteri presenti nel nostro organismo, non solo su quelli patogeni, modificando ad es. un ecosistema microbico fisiologico presente nel nostro organismo a livello intestinale ma anche polmonare, quale il microbioma costituito prevalentemente da batteri, la cui alterazione genera altri problemi di salute.”

L’Italia detiene il triste primato di essere tra i paesi in Europa dove si registra il più alto consumo di antibiotici. “Un uso estensivo e inappropriato di queste molecole genera resistenze batteriche le cui cause sono molteplici prima tra tutte l’iperprescrizione” spiega Carlucci. “In taluni casi infatti il medico prescrive l’antibiotico a scopo cautelativo anche quando non serve, per esempio nel caso di infezioni virali come l’influenza. Secondo i dati dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) gli antibiotici in Italia vengono prescritti in modo inappropriato nel 35% delle infezioni virali respiratorie. Altre cause di resistenza batterica agli antibiotici sono l’autoprescrizione del farmaco da parte del paziente senza alcuna indicazione medica e l’interruzione del trattamento stesso senza tener conto del timing terapeutico indicato dal medico. Un’ altra causa è l’uso degli antibiotici in campo veterinario dove vengono utilizzati non tanto per curare l’animale quanto per prevenire sviluppo e diffusione di malattie infettive e per favorirne la crescita.”  

Il risultato di quanto detto è che vengono immessi nell’ambiente, attraverso le feci e le urine di uomini e animali infetti, sia batteri patogeni resistenti agli antibiotici che parte degli antibiotici stessi non assimilati dall’organismo con ulteriore danno potenziale all’ecosistema ambientale.

“Altro aspetto che si inserisce a pieno titolo nella problematica dell’antibiotico resistenza sono le infezioni nosocomiali che sono responsabili di un numero spropositato di vittime nelle nostre corsie ospedaliere e sono causate da germi resistenti a tutti gli antibiotici” continua Carlucci. Se venissero adottate, da parte di tutti gli operatori sanitari, le corrette norme di prevenzione delle infezioni come l’utilizzo di guanti e il lavaggio delle mani, si potrebbe arginare questo fenomeno.

“E’ importante agire su due fronti: sul paziente, educandolo a un suo consapevole e corretto degli antibiotici e sui medici inducendoli a prescrivere antibiotici solo laddove strettamente necessario. Nel mondo le morti stimate per infezioni sostenute da batteri multi farmaco resistenti sono 700 mila all’anno. In Europa sono 25 mila e in Italia 7 mila” conclude l’esperto.

Numeri sbalorditivi. Da un paio d’anni il ministero della salute ha istituito un piano nazionale di contrasto dell’antibiotico resistenza. E’ stata pertanto costituita una task force che dovrà occuparsi della riduzione dell’impiego di antibiotici sia sul territorio che in ambito ospedaliero. Staremo a vedere.

Ufficio Stampa AIPO