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Sanità, Censis: i cittadini vogliono scegliere liberamente fra pubblico e privato

L’85% degli italiani vuole scegliere liberamente il medico e l’ospedale tra pubblico e privato. A dirlo, secondo la ricerca “Il valore sociale dell’ospedalità privata nella sanità pluralista” realizzata dal Censis in collaborazione con l’Associazione Italiana Ospedalità Privata (AIOP) presentata nei giorni scorsi a Roma.

Il 15% non si interessa della questione mentre il 50% dei cittadini ritiene molto importante poter scegliere un medico o una struttura ospedaliera, sia essa pubblica o privata, di cui si fida. Esiste anche un 9% che vuole solo strutture pubbliche e un 6% che ritiene che gli ospedali pubblici siano sempre e comunque i migliori.

Secondo il report presentato dal Censis, la libertà di scelta fra pubblico e privato è un valore condiviso su tutto il territorio italiano: dall'85% dei residenti al Nord-Ovest, l'87% al Nord-Est, l'82% al Centro e l'87% al Sud.

La drastica riduzione dei posti letto non ha aiutato la sanità italiana. Tra il 2008 e il 2016 il tasso di ospedalizzazione è crollato da 192,8 a 140,9 per 1.000 abitanti, i ricoveri sono diminuiti del 25,6%, e tra il 2011 e il 2015 le giornate di degenza si sono ridotte del 10%. Questo è ciò che consegue alla normativa che ha imposto 2,7 posti letto ospedalieri per 1.000 abitanti, quando la media dei Paesi europei è di 4 posti letto per 1.000 abitanti. L'ospedale è stato il principale bersaglio di tagli lineari in nome di una sanità di territorio che non è mai decollata. Così oggi esiste un pesante gap tra fabbisogni ospedalieri e l’offerta di posti letto. Intanto l'ospedalità privata ha comunque saputo fare di più con meno, perché assorbe il 13,6% della spesa pubblica ospedaliera, erogando il 28,3% delle prestazioni in termini di giornate di degenza.

Ma cosa ne pensa la politica? Solo il 3% dei consiglieri regionali italiani interpellati dal Censis vorrebbe mettere al bando per legge la sanità privata accreditata nel Servizio sanitario nazionale. La maggioranza (il 63%) è invece molto favorevole al ruolo del privato accreditato, mentre il restante 34% vorrebbe dirottare le risorse preferibilmente verso le sole strutture pubbliche. Complessivamente, è positivo il giudizio sulla devolution sanitaria: il 62% dei consiglieri regionali è convinto che sia stata vantaggiosa. Al Nord il giudizio positivo sale all'80% dei consiglieri regionali, mentre al Centro (il 47% dà un giudizio positivo, il 53% negativo) e al Sud (il 28% positivo, il 72% negativo) prevale lo scetticismo.

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Ufficio Stampa AIPO