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L'immuno-oncologia nel trattamento del tumore polmonare. Il ruolo dello pneumologo

I progressi dell’immuno-oncologia stanno rivoluzionando i percorsi terapeutici nel trattamento del tumore polmonare. Si va sempre più concretizzando la possibilità di ridurre il ricorso alla chemioterapia e avere accesso a farmaci innovativi caratterizzati da una migliore tollerabilità.

“L’immunoterapia in oncologia è esplosa nel momento in cui sono state scoperte molecole in grado di bloccare gli immuno-check point” cioè dei meccanismi di controllo messi in atto dal tumore per eludere la risposta immunitaria, commenta Danilo Rocco, Responsabile del Gruppo di Studio AIPO Oncologia Toracica e Responsabile dei trials clinici internazionali in forza presso la Pneumologia ad Indirizzo Oncologico dell’AORN dei Colli di Napoli. “Alcuni tumori, infatti riescono a sottrarsi alle risposte immunitarie dell’organismo. I nuovi farmaci immuno-oncologici agiscono andando a bloccare i check-points immunitari e rendendo le cellule tumorali riconoscibili e attaccabili da parte delle difese immunitarie dell’organismo, in altre parole, bloccano il blocco.”

“E’ possibile suddividere i nuovi farmaci immuno-oncologici in due gruppi: i farmaci  anti-CTLA-4 e i farmaci che agiscono a livello del pathway PD-1 e PDL-1” continua Danilo Rocco. “Fra gli anti CTLA-4 c’è l’ Ipilimumab che ha dimostrato la sua efficacia nel trattamento del melanoma e le cui potenzialità si stanno estendendo al trattamento del tumore polmonare soprattutto in associazione ad altri farmaci. Agisce andandosi a legare specificamente a una molecola chiamata CTLA-4, che si trova sulla superficie dei linfociti T. Grazie a questo legame l'Ipilimumab riesce a ”innescare” una risposta immunitaria anti-tumore."

"Alla seconda classe appartengono il Nivolumab e il Pembrolizumab che agiscono come il farmaco descritto in precedenza. Svolgono la loro azione andando a bloccare una molecola chiamata PD-1. Alla classe degli inibitori di PDL-1, che hanno lo stesso meccanismo ma con differente bersaglio molecolare, appartengono invece l’Atezolizumab ed il Durvalumab anch’essi molto promettenti.”

I farmaci sopraelencati si trovano in punti diversi dell’iter registrativo, alcuni sono già prescrivibili, altri lo saranno a breve con indicazioni terapeutiche precise.

“Numerosi studi hanno dimostrato l’efficacia di questi nuovi farmaci sia in termini di sopravvivenza libera da progressione tumorale sia in termini di sopravvivenza globale” continua Danilo Rocco. “Nel corso del congresso della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO), tenutosi a Copenaghen nei mesi scorsi, è stata ribadita l’efficacia delle molecole immuno-oncologiche nel trattamento del tumore polmonare.”

In Italia si registrano ogni giorno 110 nuove diagnosi di tumore polmonare In particolare, Il tumore al polmone non a piccole cellule è la terza neoplasia per incidenza in Italia con più di 41 mila nuove diagnosi stimate nel 2016. Il fumo rappresenta il principale fattore di rischio.

Fra il 1999 e il 2011 l’incidenza del carcinoma del polmone è diminuita del 20,4% tra gli uomini, mentre è aumentata del 34% nelle donne.

“Alla luce di questi dati” conclude Danilo Rocco “è fondamentale che lo pneumologo ribadisca l’importanza del suo ruolo all’interno di un team multidisciplinare che deve gestire, a 360 gradi, la patologia. Non dimentichiamo inoltre che lo pneumologo già prescrive molecole che agiscono grazie al loro effetto a livello immunologico per altre patologie ed ha quindi familiarità con esse sia nella gestione delle somministrazioni che nella gestione degli effetti tossici.”

Ufficio Stampa AIPO