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Il recente rapporto del luglio 2019 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) (link https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/tobacco) rivela che l’epidemia da tabacco è tutt’altro che vinta, anche se un numero sempre maggiore di Paesi adotta misure come ambienti senza fumo e avvertenze sui pacchetti di sigarette per frenarne l’uso. E i numeri parlano chiaro. Si stima infatti che i fumatori nel mondo attualmente siano circa 1,1 miliardo. Secondo l’OMS, circa la metà di coloro che usano il tabacco morirà di conseguenza per una patologia fumo-correlata, con una ecatombe di circa 7 milioni/anno di fumatori e di 1 milione di non fumatori che muoiono, ogni anno, a causa del fumo passivo.
Purtroppo molte vite sono ancora a rischio a causa del tabacco, con miliardi di persone che vivono in Paesi che non hanno ancora attuato completamente nemmeno una delle sei misure efficaci per controllare il tabacco raccomandate dall’OMS. Queste includono: 1) offrire aiuto per smettere di fumare, 2) aumentare le tasse sul tabacco, 3) vietare la pubblicità del tabacco e 4) informare le persone dei pericoli del tabacco. Solo due Paesi, sorprendentemente Turchia e Brasile, hanno adottato tutti e sei i passi raccomandati dall’OMS nella misura massima.
Numerose sono le barriere che si oppongono al miglioramento della situazione globale, tra cui le aziende produttrici di tabacco (Big Tobacco) che continuano ad occupare enormi spazi commerciali in Africa e Asia anche col lancio di nuovi prodotti e con l’accondiscendenza, quando non è connivenza, della politica di molti governi nazionali che potrebbero fare molto di più, come per esempio l’aumento delle tasse sul tabacco che peraltro potrebbe contribuire a generare ingenti somme da investire nei servizi sanitari.
Tuttavia, il nuovo rapporto OMS prende in considerazione anche piccoli passi come movimento nella giusta direzione, ad esempio divieti parziali sul fumo o messaggi meno importanti sui pacchetti in quanto “le politiche incomplete o parziali sono un trampolino di lancio per completare le politiche di controllo del tabacco a pieno regime”, afferma il rapporto dell’OMS. Tale rapporto arriva un mese dopo che la ricerca pubblicata sul BMJ ha scoperto che il trattato FCTC (Framework Convention on Tobacco Control) firmato da 168 Stati nazionali per il controllo globale del tabacco non sembra aver accelerato i progressi nella riduzione del consumo globale di sigarette e riduzione dei fumatori. Infatti, mentre i tassi di fumatori e il consumo di tabacco sono diminuiti in alcuni Paesi ad alto reddito, fra cui Unione Europea e USA, con una riduzione del consumo annuale di oltre 1.000 sigarette per adulto dopo il 2003, nei Paesi a basso e medio reddito come i Paesi africani e asiatici, in particolare Cina e Indonesia, si è registrato, nel decennio 2003-2013, un aumento dei fumatori e del consumo annuale di oltre 500 sigarette per adulto.
Va detto comunque che, come sottolineato da vari esperti, i due studi non sono necessariamente in contrasto. Ciò che il rapporto dell’OMS sottolinea definitivamente è quanto siano graduali i progressi e quanto tempo impiegano i Paesi a fare i conti con questo trattato nell’applicazione di tutti i suoi articoli. Infatti va sottolineato che alcuni Paesi stanno lottando per fornire assistenza sanitaria di base pur in carenza di risorse per applicare le politiche introdotte dal trattato FCTC, dovendo respingere anche le allettanti pressioni esercitate dalla potente industria del tabacco.
Se è vero che si sta andando nella giusta direzione, è purtroppo altrettanto vero però che l’ “olocausto d’oro” continua.